L’umore influisce su tutto ciò che facciamo, su come stiamo nei confronti di noi stessi e degli altri, su come guardiamo al futuro o ricordiamo il passato. Ciascuno vive momenti e periodi di felicità e tristezza e possiede un tono dell’umore di base con cui affronta le esperienze. Talvolta però, l’umore può sprofondare verso il basso (depressione), volare troppo in alto (mania) o mutare in modo altalenante (bipolarità).
La depressione viene descritta come una sensazione pervasiva e persistente di malinconia, tristezza ed apatia. L’umore depresso non è di per sé sufficiente a fare diagnosi di disturbo depressivo; sono necessari infatti altri segni o sintomi significativi.
Si può ipotizzare la presenza di un’episodio maniacale quando: l’umore è esageratamente eccitato, euforico o irritabile in modo insolito o immotivato; vi è un ottimismo esagerato e una fiducia illimitata nelle proprie capacità; vi sono altre diverse alterazioni specifiche. Il disturbo bipolare invece si caratterizza per l’alternanza di episodi maniacali, ipomaniacali o depressivi maggiori o ipomaniacali e depressivi. La comprensione psicoanalitica della depressione ha preso le mosse dall’osservazione del lutto come conseguenza della perdita di un oggetto amato.
(V. Lingiardi; F. Gazzillo 2014).
(V. Lingiardi; F. Gazzillo 2014).
Secondo Freud il lutto possiede in comune con la melanconia: l’umore depresso, il disinteresse per il mondo esterno, la perdita della capacità di amare e di scegliere un nuovo oggetto d’amore. È necessario del tempo affinché l’esame di realtà rilevi che l’oggetto amato non esista più ed inizi un progressivo ritiro della libido che si sottrae all’oggetto perduto. Il ritorno alla normalità avviene inizialmente attraverso un sovrainvestimento ai singoli ricordi con grande dispendio di tempo ed energia. Nella melanconia si presenta uno svilimento del sentimento di sé, autoaccuse e autorimproveri. La melanconia può virare nella mania: risposta rovesciata della stessa problematica.
(Freud S., 1915)
(Freud S., 1915)
Il trattamento combinato dei disturbi dell’umore sembra più efficace della sola farmacoterapia. Le terapie dinamiche lunghe sembrano conseguire risultati migliori e più stabili.
(Lingiardi, Gazzillo, Genova, 2012).
(Lingiardi, Gazzillo, Genova, 2012).